Al giorno d’oggi si sente continuamente parlare di Smart working, parola anglofona che si è imposta prepotentemente nel nostro lessico giornaliero insieme all’ormai tristemente famigerato lockdown.
Due termini che hanno segnato uno spartiacque tra il pre-pandemia covid 19 e il dopo. Si può dire che tutto è cambiato, le nostre abitudini, il nostro modo di interagire con gli altri, il modo di lavorare.
Chi guarda il bicchiere mezzo pieno dice che si è avverato il suo sogno, lavorare in infradito. In questa rivoluzione forzata sono cambiati il nostro modo di lavorare e quindi anche le nostre necessità visive, l’intermedio ed il vicino da usare in maniera repentina diventano una priorità assoluta. Anche il semplice presbite adesso si rende conto di aver bisogno di una lente più evoluta, parliamo delle lenti Office, con questo nome definiamo una famiglia di lenti che ci permette di spaziare tra i 30 e i 170 cm. Un raggio d’azione che ci permette di avere a fuoco la tastiera, il video e anche l’interezza della scrivania. Si parla di famiglia perché come tutte le cose abbiamo più tipologie o se preferiamo generazioni a disposizione tra cui poter scegliere.nfatti in commercio abbiamo un portafoglio che varia dalle semplici lenti degressive alle lenti Office di ultima generazione, come si può intuire ci sono delle differenze sensibili tra le prime e le ultime. L’idea di base è la stessa, si affina il modo di correzione. A tal proposito noi di Ottica Davoli abbiamo messo a punto un metodo di misurazione e calcolo delle distanze di utilizzo in modo da simulare la postazione di lavoro e rilevare in maniera precisa la giusta gradazione. Con questo protocollo, passatemi il termine, da noi inventato sappiamo a priori che la lente funzionerà al massimo delle sue potenzialità. Abbiamo parlato del semplice presbite, ma questa nuova problematica è trasversale e comprende sia l’utra 40enne che chi ha un’età inferiore.
Parliamo del miope e sfatiamo una volta per tutte la leggenda che tale soggetto non ha bisogno dell’occhiale da vicino. Dipende innanzitutto dall’entità della miopia e della presbiopia; delle volte hanno la stessa entità e si annullano a vicenda (es -2.00 di miopia e +2.00 di presbiopia, la gradazione da vicino che risulta dalla somma algebrica delle due è 0.00). Quale è la conseguenza? Da vicino questo soggetto non ha bisogno di una correzione ma comunque ha la scocciatura che per vedere da vicino deve togliere gli occhiali. Cosa non sempre comoda.
Prendendo come riferimento una miopia superiore (es -4.00 con presbiopia +2.00), la gradazione che avrà da vicino quindi sarà ancora riconducibile alla miopia, con la conseguenza che per vedere da vicino dovrà sempre togliere gli occhiali ma dovrà necessariamente avvicinare la cosa da vedere. Immaginate la scomodità di dover leggere ad una distanza di 10-15cm quando la distanza media si aggira sui 30-35 cm. Se invece la miopia è più piccola della presbiopia (es miopia -1.00 con presbiopia di +2.00), il soggetto avrà il caratteristico bisogno di allontanare per vedere da vicino, proprio come un presbite classico.
Invece per quanto riguarda gli ipermetropi la cosa è più semplice nei calcoli quanto più complicata nella risoluzione, è qui che il nostro metodo da il meglio di sé. La soluzione in caso di ipermetropia e presbiopia è correggere con le lenti progressive, delle varie generazioni ne abbiamo già parlato ampiamente e non mi dilungherò su questo argomento. La soluzione migliore in questo caso specifico sia per la vita quotidiana che per quella lavorativa sarebbe di avere sia l’occhiale progressivo che l’occhiale Office, soprattutto quando si hanno grandi schermi. L’errata postura e l’avvento di questi ultimi sono la causa non solo di affaticamento ma anche di scomodità nell’uso degli occhiali. La pratica comune, SBAGLIATISSIMA,
è quella di alzare lo schermo pensando di facilitarsi la vita, nulla di più falso. In fase di misurazione vi spiegheremo anche la postura migliore per utilizzare al meglio le lenti. Esistono inoltre dei trattamenti antiriflesso specifici per la protezione dello spettro blu emesso dagli schermi dei computer e dai dispositivi elettronici.
In periodi prolungati di stress visivo come questo anche chi non ha una situazione visiva conclamata può sperimentare segni di affaticamento e difficoltà di messa a fuoco, vi invitiamo quindi a prendere appuntamento nelle nostre sedi con i nostri ottici optometristi abilitati ZEISS DIGITAL SPECIALIST, che vi sapranno indirizzare verso la soluzione più consona alle vostre necessità.